Settimio Benedusi, uno dei più noti fotografi italiani contemporanei, ha perso la pazienza. Non è la prima volta e non sarà probabilmente l’ultima, è un comunicatore (oltre che fotografo) non distante dalla figura “antipatica” alla Oliviero Toscani.
Ma queste sue parole hanno scatenato centinaia di commenti su Facebook:
“Basta, non dirò più che fate foto di merda, che le foto dei gattini, dei tramonti, delle maschere veneziane e delle tatuate alla pecorina nella fabbrica abbandonata sono cagate spaventose che solo menti ignoranti e semplici possono realizzare.
Fate il cazzo che volete.” (Settimio Benedusi)
Il popolo dei “photographer” su Facebook è diviso. C’è chi critica i toni, chi rivendica la facoltà di fotografare quello che vuole, chi lo accusa di presunzione… E c’è chi acclama al suo nuovo eroe e riconosce a Benedusi il coraggio di aver detto quello che molti pensano. Tutto nudo e crudo, senza giri di parole.
E io non so da che parte stare, quindi… provo a fare un po’ di ragionamenti. Continua a leggere
La morte in fotografia è sempre stato argomento controverso. A partire da “Fading away“, una morte “messa in scena” dal fotografo inglese Henry Peach Robinson nel 1858, quando la fotografia era da poco maggiorenne.
O forse ancora prima, da neonata, quando uno dei suoi inventori si finse morto nella sua foto per attirare la compassione dei suoi connazionali.
Sono passati più di 170 anni, il tema dovrebbe essere ormai “sdoganato”. Le immagini reali hanno un ingresso preferenziale rispetto alle parole. Se mi dicono che “quelli dell’Isis” hanno sgozzato un giapponese la mia testa è pronta ad edulcorare questo atto inumano come preferisce. Mi torneranno alla mente le ghigliottine di Lady Oscar, tutto sommato una cosa semplice, immediata… quasi indolore. Ma se vedo una foto è diverso. E se vedo il filmato e capisco che non c’è una ghigliottina ma un coltello come quello che ho in cucina… è ancora peggio… E se sento l’audio di quel filmato… rischio di svenire. E se fossi stato lì, sarebbe stato ancora diverso… Continua a leggere
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